Il fascicolo sanitario elettronico
Il Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) è un archivio di dati clinici dei pazienti emessi da più operatori del Servizio Sanitario Nazionale. Il FSE e il suo sviluppo fanno parte della strategia per la crescita digitale della sanità italiana che comprende diverse azioni di intervento, tra le quali le ricette elettroniche e la telemedicina (di cui abbiamo parlato QUI)
Ad oggi, l’ambizioso progetto di condivisione su base nazionale dello storico clinico del paziente non si è ancora diffuso su base regionale in maniera omogenea: alcune realtà, come il Trentino, ne sono precursori, sia nello sviluppo che nella diffusione, mentre altre, come la Campania, risultano decisamente indietro nel suo utilizzo.
Cos’è il fascicolo sanitario elettronico
Il fascicolo sanitario elettronico è definito dal DPCM n. 178/2015 come “l’insieme dei dati e documenti digitali di tipo sanitario e socio-sanitario generati da eventi clinici presenti e trascorsi, riguardanti l’assistito”.
Gli obiettivi del FSE sono:
- agevolare l’assistenza del paziente;
- offrire un servizio che faciliti l’integrazione delle diverse competenze professionali e specialistiche;
- fornire una base informativa consistente;
- migliorare la programmazione sanitaria, verificando la qualità delle cure e valutando l’efficacia dell’assistenza sanitaria erogata.
La principale innovazione proposta e implementata dallo sviluppo del FSE dovrebbe essere la condivisione da parte di operatori sanitari, pubblici e privati, della storia clinica del paziente e la sua integrazione in base agli interventi e le diagnosi effettuate, rendendo continuativa una determinata offerta sanitaria dei servizi socio-sanitari regionali. Il FSE ricomprende al suo interno tutte le informazioni sanitarie che riguardano lo stato di salute dell’assistito e tutti i suoi documenti sanitari, come ad esempio prescrizioni di medicinali, visite specialistiche, esami di laboratorio (o con l’ausilio di altra strumentazione diagnostica), referti di laboratorio, referti radiologici o di visite specialistiche, verbali di pronto soccorso, lettere di dimissione ospedaliera, terapie, anamnesi ecc.
Come attivare il FSE
Il FSE viene generato, previo consenso del paziente, per finalità di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione, dai soggetti del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) e dai servizi socio-sanitari regionali che prendono in cura l’assistito. Tali soggetti, nel caso in cui il cittadino lo desideri e li autorizzi esplicitamente, possono consultare online i documenti sanitari digitali contenuti nel FSE per finalità di cura.
Il fascicolo è attivabile attraverso diverse modalità che variano di regione in regione:
- facendone richiesta al proprio Medico di Medicina Generale (MMG), al Pediatra di Libera Scelta (PLS) o al personale delle strutture appartenenti al SSN;
- direttamente on-line tramite un portale dedicato e con le autenticazioni necessarie;
- presso sportelli dedicati al cittadino;
- durante eventi dedicati alla promozione del servizio.
Una volta attivato, sarà possibile accedervi seguendo la normativa prevista dalla propria regione di assistenza: attraverso le proprie credenziali SPID, Tessera Sanitaria o profili autenticati dalle ASL di riferimento. Qualunque modalità di attivazione il cittadino decida di utilizzare gli verrà richiesto un esplicito e libero consenso, a seguito della presa visione dell’informativa completa sul FSE che spiega cos’è, cosa comporta la sua attivazione, quali sono le sue finalità, chi può consultarlo e chi può alimentarlo, come il cittadino può revocare il consenso e come oscurare alcuni dati, come previsto dal DPCM n.178/2015 (fonte Agenzia Digitale).
Interoperabilità del FSE in Europa
Il grande limite che incontra l’integrazione su base nazionale del FSE è ad oggi la mancanza di interoperabilità tra i vari standard adottati dalle diverse regioni. Definire un modello di utilizzo del FSE integrato su base nazionale sarebbe cruciale per lo sviluppo dell’ambizioso progetto di assistenza sanitaria transfrontaliera dell’Unione Europea. Attualmente la Commissione Europea si sta adoperando per assicurare l’interoperabilità dei servizi di sanità elettronica attraverso il programma europeo Connecting Europe Facility (CEF). In Italia il progetto per l’integrazione dei fascicoli regionali e la loro interoperabilità su base nazionale, dal titolo Deployment of generic cross border eHealth services in Italy è iniziato ufficialmente nel gennaio 2017 (www.fascicolosanitario.gov.it/contesto-di-riferimento).
La diffusione del FSE in Italia
L’effettiva diffusione del fascicolo sanitario elettronico tra le regioni italiane mostra un significativo divario a livello territoriale: attualmente 17 regioni offrono la possibilità agli assistiti di creare e consultare il proprio fascicolo, ma di queste solo 11 aderiscono all’interoperabilità, 3 regioni lo stanno adottando in via sperimentale (Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Umbria) mentre le restanti regioni non presentano al momento alcun progetto di implementazione (Calabria, Campania e Provincia Autonoma di Bolzano).
Fonte: www.fascicolosanitario.gov.it
L’ostacolo più grande alla diffusione e all’integrazione su base nazionale dei vari FSE regionali è sicuramente rappresentato dal divario digitale che esiste nel nostro paese, oltre alla farraginosità dei processi decisionali che insistono sulla maggior parte delle ASL e alla paura del cittadino che la consultazione digitale della propria storia clinica da parte degli operatori socio sanitari possa pregiudicare la sua privacy. Oltre queste considerazioni, il completo sviluppo di uno standard condiviso si scontra con l’attuale impossibilità di inserire tutti i tipi di referti e documenti nel FSE. Inoltre l’archiviazione digitale può presentare anche problematiche di aggiornamento, archiviazione e consultazione, talvolta anche a causa di cambiamenti o adeguamenti degli applicativi.
Per concludere, a livello nazionale c’è ancora molto lavoro da fare, sia sul piano normativo che tecnologico (digitalizzazione e uniformazione dei fascicoli digitali, integrazione con gli strumenti europei ecc.), ma anche nell’ “educare” i cittadini all’utilizzo di questo strumento tecnologico innovativo.
Per saperne di più
Per un approfondimento sulle regioni coinvolte, il numero di pazienti e i referti emessi e conservati in digitale attraverso il FSE rimandiamo al sito di approfondimento del Ministero della Salute: www.fascicolosanitario.gov.it